SPACCIO DI DEMOCRAZIA...
INSULTI E SASSI CONTRO ALEMANNO
ROMA. Slogan, insulti e lancio di bottiglie. Una quarantina di "bravi ragazzi" dei centri sociali della capitale, l´altra notte, ha cercato di rovinare la festa dei romani per l´abbattimento ell´undicesimo ponte al Laurentino 38, simbolo del degrado delle periferie, frutto dell´utopia collettivista degli anni ´70. Le quattro ruspe erano in azione sotto i flash dei fotografi e gli ola degli abitanti quando, all´arrivo del candidato sindaco Gianni Alemanno, un gruppo di autonomi del centro sociale della zona ha messo in scena l´ennesimo teatrino antagonista: prima le grida, poi il "democratico" lancio di oggetti che hanno colpito alla testa un poliziotto della scorta. Dopo alcuni attimi di tensioni, per evitare che il clima degenerasse, il ministro di An si è spostato dall´altro lato del Ponte per assistere alla manifestazione ufficiale, quella sponsorizzata dal sindaco Walter Veltroni che ha brindato alla demolizione del «ponte della vergogna» voluta dal centrodestra e finanziata dalla giunta Storace. Raggiunto il palco, a ridosso del cantiere dove esponenti di An e dei comitati di quartiere festeggiano a musica e porchetta, il candidato della Cdl prende la parola rivendicando l´impegno concreto della destra capitolina a favore della demolizione dei tre ponti del Laurentino nel cuore del dodicesimo municipio. Poco dopo è il turno del sindaco. «È un giorno storico per la città», ha detto Veltroni senza spendere una sola parola sulla genesi della tormentata vicenda urbanistica (che ha visto per anni la sinistra capitolina a difendere i palazzoni di sedici piani abbandonati al degrado) né sulle intemperanze del popolo arcobaleno (che svetta nel variegato arcipelago delle liste elettorali che lo sostengono). La stretta di mano con gli operari, le foto di rito, lo spumante davanti allo schermo gigante che trasmette le immagini dei caterpillar in azione. «Prende l´avvio la creazione di un quartiere moderno, vivibile... », dice Veltroni dimenticandosi che a progettare quei mostri sono state le grandi firme del sogno collettivista degli anni´70 e che il finanziamento dell´operazione è stato possibile grazie a un emendamento
comunale di An, difeso ad oltranza dal municipio guidato dal centrodestra, e reso possibile dalla Regione Lazio prima dell´insediamento di Piero Marrazzo (anche lui ieri in prima fila a prendersi meriti non suoi). Ma è tardi, il primo cittadino ha
fretta, sale in macchina er ripartire alla volta di nuove inaugurazioni, nuovi tagli di nastri, magari di opere realizzate da altri soggetti politici e come nel caso dell´abbattimento dei tre ponti del Laurentino 38, ostacolate per decenni dalle amministrazioni rosse. A tre settimane dal voto il sindaco nutelloso prosegue nella sua strategia dialogante tra intitolazioni di strade e sorrisi made in Africa.
E non dice una parola su chi, come ieri Nunzio D´Erme, attribuisce allo stesso Alemanno la responsabilità della tentata aggressione. Certo, non risparmia sorrisi e fair play all´indirizzo dello sfidante del centrodestra, ben sapendo che mostrare il volto rassicurante è quello che ci vuole per tenere in naftalina ´ultimo rush di campagna elettorale.
Ma si guarda bene dal prendere le distanze dalle parole del leader di Action. «Ma che si aspettava? Sta facendo una campagna di odio e quindi chi semina vento raccoglie tempesta», ha detto D´Erme all´indirizzo del candidato dalla Cdl, «è un
incosciente». E giù insulti ad An da parte del coraggioso leader degli okkupanti abusivi degli stabili comunali. «Se qualcuno avesse qualche dubbio sulla matrice dell´aggressione che abbiamo subito l´altra notte - replica Alemanno - questi dubbi sono stati chiariti dalla puntuale rivendicazione del consigliere Nunzio D´Erme, candidato della lista Roma Arcobaleno e alleato di Walter Veltroni».
Nessuna pericolosa spirale di violenza, di azioni e reazioni. Per il candidato della Cdl è necessario costruire «una politica coerente e trasparente contro chi, nel 2006, pratica ancora la violenza politica. Continuare a minimizzare significa riportare indietro la città di 30 anni, quando noi abbiamo pagato un prezzo altissimo». Ma Veltroni tace, dimostrando la doppia faccia del suo buonismo a intermittenza. Nessuna presa di distanza di dai quasi quotidiani atti di violenza politica messi in piedi dalla rete dei centri sociali della città, foraggiati dal Campidoglio in perfetta continuità con la giunta Rutelli. «In ogni campagna elettorale romana l´estrema sinistra si scatena - commenta Francesco Storace - l´aggressione al ministro Alemanno non va solo censurata, ma perseguita mettendo i teppisti più conosciuti di Roma in condizione di non nuocere». Dello stesso tenore il commento dell´europarlamentare Roberta Angelilli, preoccupata per le ultime settimane di campagna elettorale. «Ci saremmo aspettati - spiega - una condanna unanime di quanto successo e una seria presa di posizione del sindaco nei confronti dei suoi alleati di Action, responsabili di atti di violenza e intolleranza». Sulla stessa linea le dichiarazioni dei consiglieri comunali della destra. Per Marco Marsilio il silenzio del sindaco è intollerabile, «l´aggressione, aggravata dal ferimento di un agente, è un evento inaccattebile per un paese civile e ancora più inaccettabile è la dichiarazione del leader di Action che ne attribuisce la responsabilità allo stesso candidato sindaco del centrodestra». Se il sindaco preferisce tacere - conclude - la smetta per sempre di dare lezioni contro la violenza e di fare inviti ala convivenza
civile. A stigmatizzare la gravità dell´accaduto anche il ministro Mario Landolfi che parla di «atto di teppismo politico che va unanimemente condannato» e si augura che il sindaco Veltroni «saprà censurare con tempestività e decisione comportamenti che nulla hanno a che fare con il civile confronto politico ed elettorale». Molte gli attestati di solidarietà
ad Alemanno e le richieste di spezzare il filo di legittimità politica che lega le amministrazioni rosse agli orfani degli anni di piombo e dell´Autonomia operaia. «È inammissibile che il partito del presidente della Camera - si legge in una nota di Azione giovani di Roma - e il sindaco della capitale non allontanino dalle loro fila quanti si rendono responsabili di teppismo, violenza e intolleranza politica».
0 Comments:
Posta un commento
<< Home